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La gentilezza è come la neve.
Abbellisce tutto ciò che copre.
Già, inverno non significa solo sci alpino, sci nordico, pattinaggio e slittino. Inverno significa anche ciaspole, quelle specie di zatteroni che si agganciano agli scarponi permettendoci di immergerci nell’incanto delle montagne imbiancate, camminando su soffici manti di neve fresca. Le avete mai provate? Il Trentino, in un certo senso, è la patria delle ciaspole.
La mitica “Ciaspolada” e alle spalle una storia molto antica
Si è cominciato a chiamarle ciaspole a partire della prima “Ciaspolada” di Fondo in Val di Non, che si è corsa nel 1973 (quest’anno sono 50!) divenendo il prototipo di tutte le corse sulla neve del mondo. Questa origine spiega il nome, perché ciaspola è un termine del ladino noneso, ma non ne segna certo la nascita. Le prime racchette da neve compaiono infatti circa 8.000 anni fa. A farne uso furono i popoli dei paesi molto freddi, soprattutto cacciatori. Venendo a tempi più recenti sappiamo che Jacques Balmat le adoperò per prepararsi alla prima salita del Monte Bianco, nel 1786. Se ne servì il Duca degli Abruzzi nel 1897 per raggiungere la cima del monte Sant’Elia in Alaska. E nel 1888 l’esploratore Fridtjof Nansen le utilizzò per la traversata a piedi della Groenlandia. Le usarono gli alpini nella prima guerra mondiale. E quasi cinquant’anni fa, nel 1965, Walter Bonatti le utilizzò ai piedi della parete nord del Cervino, per il rientro dalla scalata invernale.
Carta d’identità della ciaspola
Le ciaspole sono uno strumento che ci consente di spostarci a piedi sulla neve fresca in quanto aumentano la superficie calpestata facendoci in qualche modo “galleggiare”. Inizialmente erano fatte di corda intrecciata e legno. Oggi sono per lo più di plastica o materiale simile. Sono dotate inoltre di ramponcini metallici posti sotto la suola che non ci fanno scivolare sulla neve quando questa è dura.
Che impegno richiede ciaspolare
Studi biomeccanici hanno dimostrato che con le ciaspole lo sforzo è del 40-50% superiore al semplice camminare. Quindi se sei in grado di fare un’escursione estiva di 750 m di dislivello, non hai problemi a fare un’analoga salita di 500 m con le ciaspole. Attenzione alle discese però: i muscoli devono lavorare molto, perché la pressione sul manto nevoso ci fa sprofondare di più e per evitarlo dobbiamo cercare di galleggiare, cosa che si può fare solo correndo… Ed ecco spiegata la maggiore fatica.
10 percorsi con le ciaspole nel Trentino occidentale
Come dicevamo, le ciaspole sono di casa in Trentino. Ci sono un’infinità di percorsi, dai più facili ai più impegnativi. Qui ve ne proponiamo una prima decina, tutti situati nel Trentino occidentale.
- Corno di Tres – MENDOLA
- Malghe delle Maddalene – VAL DI NON
- Rifugio La Montanara – DOLOMITI DI BRENTA
- Monte Casale – SARCA
- Vallesinella – DOLOMITI DI BRENTA
- Lago Nambino – PINZOLO
- Ponte tibetano Val di Rabbi – VAL DI RABBI
- Tremalzo – LEDRO
- La Piana delle Viote – BONDONE
- Monte Baldo – VALLAGARINA
10 percorsi con le ciaspole nel Trentino orientale
Passiamo ora sull’altro lato, quello appunto orientale. Anche qui di opportunità ne trovate quante volete. Ecco comunque la nostra selezione, che ci auguriamo possa soddisfare la vostra passione per la natura invernale.
- Monte Maggio – FOLGARIA
- La montagna di Roncegno – VALSUGANA
- Altopiano di Vezzena – VALSUGANA
- Rifugio Potzmauer – VAL DI CEMBRA
- Cros del Cuc – VAL DI CEMBRA
- Passo Cinque Croci e Cima Socede – LAGORAI
- Rifugio Fuciade – VAL DI FASSA
- Tamion – Passo di Costalunga – VAL DI FASSA
- Val Duron – VAL DI FASSA
- Val Venegia – ROLLE
Allora cosa ne dite? Vi è venuta voglia di provare? Armatevi di una buona attrezzatura, mettete nello zaino una buona scorta di zuccheri sottoforma di mele La Trentina e… buona immersione nella natura incontaminata!