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Quando vedi un’aquila, tu vedi una parte del genio: alza la testa.
Oggi vi porteremo in volo, metaforicamente, con le aquile reali del Parco Nazionale dello Stelvio. Lo faremo con loro per permettervi di ammirare in pochi minuti i 130.700 ettari del parco, a cavallo del Trentino, dell’Alto Adige e della Lombardia, ad una altitudine elevatissima, in buona parte tra i 2.000 e i 3.900 metri. Lo faremo con le aquile per permettervi di vivere un’esperienza montana senza confini, perché questo grandissimo parco è ancora più grande grazie ai suoi vicini: il Parco Nazionale Svizzero, il Parco naturale provinciale Adamello-Brenta e il Parco regionale dell’Adamello, per un’estensione complessiva di circa 400.000 ettari. Ed ecco perché proprio ad un’aquila reale è stato dato il compito di rappresentare il Parco Nazionale dello Stelvio nel suo logo.
Lo Stelvio in un guscio di noce
Permetteteci di fare una sintetica panoramica su tutta questa immensità montana, in qualche riga ingenerosa, nello spazio di un guscio di noce, in a nutshell, come direbbero gli inglesi.
La completezza è un concetto che può aiutarci a comprendere meglio questo parco così ricco, variegato e straordinario! Ma provate a dipanarne la complessità sulla verticale di quote che dai passi possono portarvi verso ghiacciai perenni e incontaminati. Noi cercheremo solo di catturare la vostra attenzione e il primitivo bisogno di montagna che ci accomuna. Attenzione: la carrellata che segue è inebriante, quasi alcolica nel suo potere immaginifico:
- flora: partiamo dai boschi, larice, cirmolo e abete rosso; e poi cespugli, arbusti profumati e vitale sottobosco tra pino mugo, ontano, sorbo e mirtillo; aggiungete praterie d’alta quota e fiori a profusione come l’arnica, diverse tipologie di orchidee selvatiche e il bizzarro pennacchio di Scheuchzer…
- una fauna variegata che ben rappresenta la vita delle alpi: il lupo e l’aquila insieme ad altri rapaci; ungulati come il cervo, capriolo camoscio, stambecco; volpe, marmotta, ermellino; anfibi di vario genere; uccelli particolarissimi come il picchio rosso, la pernice bianca, o ancora il gallo cedrone…
- vette prodigiose come il Monte Cevedale (3.769 mt), ghiacciai e nevai perenni, laghi alpini come il Covel, infiniti torrenti e cascate.
Ecco perché dovremmo essere aquile per capire il Parco Nazionale dello Stelvio nella sua interezza!
Peio e Val di Rabbi: due buoni punti di partenza, verso l'infinito e oltre
Ecco qualche indicazione pratica per visitare e soprattutto vivere il Parco Nazionale dello Stelvio. Con semplicità, magari nel rispetto delle particolari esigenze delle famiglie con bambini o ancora di chi magari ha poca esperienza di montagna e sta cercando un approccio “soft” al turismo montanaro…
Peio e l’omonima Val di Peio sono un comodo e ben servito punto di partenza per scoprire il Parco Nazionale dello Stelvio. Il Comune si trova a 1.137 mt di altitudine e mette a disposizione dei visitatori anche le rinomate Terme di Pejo e Pejo3000, centro sciistico con piste da 3.000 a 1.400 mt. Ecco alcuni suggerimenti per vivere il Parco nel migliore dei modi:
- Il Centro visitatori di Cogolo in Val di Peio
- L’Area faunistica di Peio Fonti
- Centro visita Malga Talé
Anche la Val di Rabbi con il comune di Rabbi a 1.095 s.l.m. rappresenta un ottimo punto di partenza per andare alla scoperta del Parco Nazionale dello Stelvio. Tra terme, sci di fondo, ciaspole, trekking… le opportunità non mancano di certo! Di seguito, dei punti di riferimento utilissimi:
Allora, che ne dite, vi abbiamo fatto venire voglia di volare con le aquile reali del Parco Naturale dello Stelvio?
Foto di copertina:
A. Gruzza – Fototeca Trentino Sviluppo Spa