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La casa di un uomo è il suo castello.
Castel Valer è senza dubbio uno dei castelli più eleganti e meglio conservati della Val di Non. Si trova nei pressi di Tassullo, ai piedi delle Dolomiti di Brenta, e domina la vallata da un’altura completamente circondata dai meleti. Fu fondato come guardia militare nel 1211 dai conti di Appiano, ma pare che in questa posizione elevata ci fosse già un insediamento in epoca romana. Pochi decenni dopo la sua fondazione, Ulrico I di Coredo riuscì ad espugnare la fortezza, strappandola agli Appiano, per poi cederla agli Spaur, alleati del conte del Tirolo, nel 1368. Da allora questa famiglia ne è rimasta proprietaria fino a tempi recentissimi. Il Conte Ulrico Spaur, ultimo abitante del castello, era un personaggio elegante con le sue giacche di loden tirolese. Trascorreva qui le sue giornate e partecipava attivamente alle visite guidate, raccontando aneddoti e storie di famiglia. Fortemente legato alle tradizioni, si era impegnato a preservare il patrimonio del castello e mantenerlo aperto al pubblico, insieme agli eredi. Dopo la sua morte, avvenuta a febbraio 2021, il complesso è stato acquisito della Provincia autonoma di Trento.
Castel di sotto e Castel di sopra
Nel corso del tempo il castello ha subito diverse trasformazioni e ampliamenti, acquisendo l’aspetto attuale tra il Quattrocento e Cinquecento. Il mastio, dalla particolare forma ottagonale, è alto 40 metri ed è considerato la torre di castello più alta del Trentino. La struttura originale, oggi nota come Castel di sotto, costituisce il nucleo più antico del maniero e comprende il mastio e poche costruzioni di servizio racchiuse in una stretta cinta muraria eretta a protezione. Tutto il resto è definito Castel di sopra e venne costruito dagli Spaur a partire dal Quattrocento. Il complesso, racchiuso dalle cinte murarie che seguono la forma ottagonale della torre centrale, ospita più di cento stanze, alcune delle quali, come la Sala degli Stemmi o il Salone di Ulrico, sono riccamente decorate da pitture e perlinature in legno intagliato. Di particolare valore anche le Sale Madruzziane che devono il nome al principe vescovo Carlo Emanuele Madruzzo che veniva ospitato al castello durante l’estate.
Tutto quello che c’è da visitare
Nella cappella di San Valerio, che dà il nome al castello, si trova un ciclo di affreschi di grande impatto cromatico realizzato dai pittori bergamaschi Giovanni e Battista Baschenis, del Quattrocento. È considerato un vero gioiello dell’arte medievale trentina, per lo straordinario stato di conservazione e per la qualità delle pitture. Particolarmente affascinante è l’affresco con Mosè, rappresentato con delle corna. Il castello conserva ancora gli arredi originali, come anche le stufe storiche. Entrambe le collezioni sono di eccezionale importanza storica e utilità culturale, perché permettono di comprendere la struttura e la vita nelle epoche passate. Un altro punto saliente della visita è il clavicembalo settecentesco, che tecnicamente è una spinetta. Si narra che Mozart lo abbia suonato, dedicando un’opera a un membro della famiglia Spaur. Quel che è certo è che Mozart ha composto una messa in omaggio alla famiglia, e nello specifico la compose per Ignaz Spaur, vescovo di Innsbruck, il cui ritratto è conservato proprio vicino al clavicembalo. Il maniero è visitabile solo su prenotazione con visita guidata ad orari stabiliti. Grazie ad un accompagnamento narrato da esperte guide si possono ammirare i cortili interni, i giardini, la cappella di San Valerio, le stanze Madruzziane, gli studi, la cucina gotica, il loggiato, la sala degli stemmi e il grande salone Ulrico.
Fototeca Trentino Marketing | Foto di Roberto Mor
Castel Valer è un luogo magico che riflette il cambiamento delle stagioni: romantico in primavera, quando i meleti fioriscono; splendido in autunno, con il foliage che dipinge le mura; e affascinante in inverno, quando il castello, avvolto nel silenzio della neve, accoglie calorosamente i visitatori. A dicembre, i bambini possono incontrare Babbo Natale nel Salone Ulrico, davanti al grande camino, dove il Conte Ulrico amava sedersi, rendendo il castello un luogo di meraviglia e calore durante le festività.