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Il canto è il suono dell’anima.
La montagna è severa. Impone rispetto. Richiede prudenza e attenzione. Ma quando il sole la illumina e le nuvole la sfiorano, al timore subentra la commossa contemplazione della sua incredibile bellezza. Quello è il momento in cui alle orecchie ci arriva l’eco lontana del canto struggente dei cori di montagna. Chi può dire di non averli mai ascoltati, almeno una volta nella vita? Chi non ha mai canticchiato “Quel mazzolin di fiori” o “La montanara”? Sono canti immortali, che fanno ormai parte della nostra cultura. La loro straordinaria diffusione è dovuta in gran parte a una delle più autorevoli istituzioni trentine: il coro della S.A.T.
La gloriosa storia della S.A.T.
La Società degli Alpinisti Tridentini (SAT) venne fondata a Madonna di Campiglio nel 1872. I soci fondatori intendevano promuovere la conoscenza delle montagne trentine, lo sviluppo turistico delle vallate e l’italianità del Trentino, attraverso la costruzione di rifugi, la realizzazione di sentieri, i finanziamenti agli albergatori, l’organizzazione delle guide alpine, l’ascensione di cime e la pubblicazione di scritti geografici e alpinistici. Nel 1881 venne costruito il primo rifugio nel settore centrale delle Dolomiti di Brenta: il rifugio Tosa. Nel 1920 la SAT divenne sezione del Club Alpino Italiano (CAI), mantenendo caratteristiche di autonomia. Nel 1921 vide la luce la SOSAT, prima sezione operaia dell’escursionismo italiano. E nel 1952 nacque il Soccorso Alpino SAT, anche questo primo ad essere costituito in Italia. Attualmente la SAT annovera 27.000 soci, suddivisi in numerose sezioni che abbracciano tutto il territorio trentino. Gestisce rifugi, bivacchi e diverse strutture che sono punto di riferimento indispensabile per la sicurezza e il ristoro degli alpinisti. Cura inoltre la segnaletica e la manutenzione di 5.500 km di sentieri alpini, sentieri attrezzati e vie ferrate, grazie al lavoro di moltissimi soci volontari.
Quando nacque la tradizione coristica trentina
Il Coro nacque ufficialmente il 25 maggio 1926 a Trento, per opera dei fratelli Pedrotti e di alcuni amici. Essi intrapresero un’opera di recupero di tutto il patrimonio di canti popolari, in particolare del Trentino, curando personalmente le prime armonizzazioni. La formazione è considerata il più prestigioso coro di montagna e le sue interpretazioni hanno fatto scuola in tutta Italia. A partire dalla sua fondazione, in particolare dopo la guerra, sono nate svariate formazioni per voci maschili che prendono a modello il coro trentino, nella formazione e nel repertorio. Il Coro della Sat ha instaurato sodalizi con numerosi compositori di fama internazionale, e fra i più importanti vanno ricordati Antonio Pedrotti, Renato Dionisi, il pianista Arturo Benedetti Michelangeli, Luigi Pigarelli e Andrea Mascagni.
Il valore della coralità di montagna
La storia della coralità alpina nasce dalle parole semplici di una cultura che al canto spontaneo affidava la propria quotidianità, fatta di lavoro nei campi, accudimento degli animali, fatiche domestiche, gioie e dolori, feste e lutti, amore e disperazione. Nati dal seme germogliato all’interno del mondo alpinistico tridentino i cori più antichi e prestigiosi sono il Coro della SAT, il Coro della SOSAT, il Coro Valsella e il Coro Castel. Attorno a questi cori ne sono nati molti altri che insieme contribuiscono a coltivare e promuovere questo grande patrimonio popolare della nostra terra e delle genti di montagna dell’intero arco alpino.
Assistere a un concerto del Coro della SAT è sempre un’esperienza emozionante, e non solo per noi italiani che possiamo comprendere le bellissime parole delle canzoni. Nel corso della sua storia il Coro si è esibito infatti in molti paesi europei (Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Olanda, Russia, Svizzera), in America (Brasile, Canada, Messico, Stati Uniti) e in Asia (Corea).
Ascoltate con noi tre grandi classici del Coro SAT:
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Ph credits:
Coro S.A.T. – Società degli Alpinisti Tridentini