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E quando addentate una mela, ditele nel vostro cuore:
‘I tuoi semi vivranno nel mio corpo e i tuoi germogli futuri
sbocceranno nel mio cuore, la loro fragranza sarà il mio respiro,
e insieme gioiremo in tutte le stagioni’.
Ogni tanto, da questi schermi, proviamo a raccontarvi la vita contadina trentina. Lo facciamo con semplicità e con una convinzione: la vigoria del mondo vegetale unitamente ai ritmi della natura, offre tanti spunti e motivi di riflessione, utili per capire meglio la vita di noi bipedi.
Dal riposo vegetativo alla potatura
A gennaio abbiamo pubblicato il post “Impariamo dal riposo vegetativo dei meli: ogni tanto è bene rallentare”. Il riposo vegetativo delle piante è una sorta di letargo che risponde ad un chiaro bisogno fisiologico, in attesa delle giuste temperature. Un lungo “pisolo” che la pianta attiva sempre, senza scuse. E noi, siamo capaci di fare altrettanto? Prendiamo le giuste pause? Con queste domande in testa, siamo arrivati a febbraio con il post “Nei meleti è tempo di potatura”. La potatura invernale deve essere realizzata durante il riposo vegetativo, prima della schiusura delle gemme. Questa pratica è una procedura selettiva tramite la quale vengono eliminate le ramaglie meno promettenti, dando quindi più spazio alle gemme più belle e grosse. Un processo razionale che ci permette di migliorare il risultato, tagliando elementi superflui e inutili. In altre parole, con la potatura miglioriamo l’equilibrio vegeto-produttivo, favorendo lo sviluppo di frutti abbondanti e di qualità. Dal riposo vegetativo alla potatura, oggi parliamo di un’altra pratica essenziale: il diradamento.
Diradamento dei meli: che cos’è e a cosa serve
Il diradamento è una pratica importante che permette di ottimizzare il “carico” di frutti, facilitando quindi la produzione di frutta di qualità. Questa operazione di riduzione e “semplificazione” aiuta in sostanza la pianta a risparmiare energia. Troppi frutti andrebbero ad indebolire l’albero; con il diradamento, i frutti potranno crescere maggiormente e si assicurerà una migliore fioritura nel corso dell’anno successivo. Anche la produzione sarà più costante, anno dopo anno, e si eviterà il fenomeno dell’alternanza.
Quando parliamo di frutta di qualità, ci riferiamo al calibro (cioè al diametro) delle mele, al colore, alla qualità organolettica; fattori essenziali che caratterizzano le nostre mele e che ci differenziano da altre produzioni agricole più orientate alle quantità, ai volumi. Sì, insomma, le mele non sono tutte uguali, lasciatecelo dire… Chiaramente nella determinazione della qualità, il potenziale della specifica cultivar è importantissimo così come il terreno e le peculiarità pedoclimatiche del territorio, ma come vedete… anche la tecnica agronomica è fondamentale. Se assaggiando una mela La Trentina rimarrete colpiti dal sapore, probabilmente penserete – eh già certo che il Trentino è proprio la patria della mela -, ma un po’ di merito diamolo anche alla sapiente mano delle nostre agricoltrici e dei nostri agricoltori. Riducendo il numero di frutti, mettiamo infatti la piante nelle condizioni migliori, in primis per l’incremento del grado zuccherino, elemento che influenzerà moltissimo il gusto.
Diradamento dei meli: come si fa e cosa possiamo imparare
Utilizzando un linguaggio divulgativo – al riparo dai nostri tecnicismi agricoli – possiamo dire che il diradamento consiste essenzialmente nell’eliminazione di alcuni frutti secondari, a favore di quelli centrali. Si può fare in più fasi, ma quella di giugno è sicuramente una delle più importanti. Se la potatura opera a livello macro, diciamo che il diradamento si concentra sul micro. Detto questo, cosa possiamo imparare? Il messaggio è chiaro: può capitare a tutti di assumere un numero eccessivo di impegni e questa circostanza ci impedisce di lavorare in maniera focalizzata e qualitativa. Si tratta quindi di trovare il giusto equilibrio tra qualità e quantità. Con la tecnica della potatura e del diradamento, anche le nostre agende, i nostri obiettivi personali e le visioni di medio periodo potranno beneficiarne. Come ne beneficiamo le nostre mele e la nostra agricoltura #buonacomelasuaterra…