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E quando si fece viola
la sera in luce diffusa,
passò un giovane recando
rose e mirtilli di luna
Eccoci con la seconda e ultima parte della nostra breve escursione tra i frutti spontanei del Trentino (clicca qui per leggere la prima puntata). Ponete sempre attenzione a questi frutti spontanei che la natura generosa non manca mai di mostrare e soprattutto di donare, perché tutto il Trentino è un giardino generoso per il benessere naturale.
Alkekengi: un ospite gradito di tanti giardini
È una pianta erbacea-arbustiva perenne che raggiunge un’altezza di 40-60 cm, con foglie ovali disposte a spirale. La possiamo trovare in tutta Italia fino ai 1000 m: nei campi incolti, lungo le rive dei fossati, nascosta nelle siepi ombreggiate e tra le macerie, in luoghi umidi e sui terreni calcarei. I fiori sono bianchi, piccoli e a forma di campanella e spuntano all’ascella delle foglie. Le bacche, di colore arancione chiaro che diventa rosso brillante a piena maturazione, sono commestibili. Contengono vitamina C e hanno proprietà diuretiche, depurative, antiuriche, antireumatiche, antinfiammatorie. L’alkekengi viene coltivato nei giardini a scopo decorativo in quanto il suo rivestimento esterno è costituito da foglie di consistenza simile alla carta e pertanto ricorda le famose lanterne di carta orientali. In cucina è prevalentemente usato come decorazione sui dessert.
Mirtillo: un classico dei boschi trentini
Il mirtillo selvatico è il re dei piccoli frutti spontanei. Già alla fine di giugno possiamo trovarlo nei castagneti di collina, mentre in luglio e agosto matura in montagna, nei boschi di conifere e di faggi, sempre in macchie larghe e compatte. La pianta è un piccolo arbusto, alto circa 20-30 cm con un fusto legnoso molto ramificato e foglie ovali di color verde brillante. A fine stagione, prima di cadere al suolo, le foglie cambiano tutte le gradazioni di colore: dal verde al rosso all’arancione al giallo e poi al marrone. È il foliage del sottobosco! L’effetto astringente e anti-batterico del mirtillo è noto da secoli, e in molti paesi alpini veniva usato per la cura della gastroenterite infantile. Il mirtillo è ricco di vitamine, tannini, sali minerali, acidi organici, pectina e polifenoli. Tutto ciò, oltre a rendere la vista più acuta, stimola le capacità visive in caso di scarsa luminosità. Il mirtillo è anche un frutto tonico-stimolante, indicato per chi si deve rimettere in sesto dopo un periodo di stress. Un infuso di foglie di mirtillo è indicato anche per la cura del diabete. Un’ultima curiosità: la buccia blu-viola, contiene la mirtillina, un grande avversario delle febbri tifoidee, curativa della cistite e delle infezioni del cavo orale.
Olivello spinoso: un prezioso toccasana
È un arbusto che cresce in luoghi aridi, sassosi e argillosi, anche in quota. È alto da uno a quattro metri ed è una pianta molto spinosa con rami intricati. Le foglie sono lunghe, strette e pelose, di colore verde scuro nella parte superiore e grigio argento in quella inferiore. I fiori sono piccoli e verdognoli. I frutti, che maturano in settembre, sono piccole drupe ovoidali, di un bel colore giallo arancione con polpa succosa e acidula. Un tempo erano preziosissimi in fitoterapia, per estrarre l’acido ascorbico utilizzato in tanti preparati antinfluenzali. La quantità di vitamina C è infatti ben quattro volte superiore di quella che si può ricavare da un limone! Le drupe sono troppo aspre per essere consumate crude, invece cotte e ben zuccherate sono ottime per fare gelatine, succhi e bevande, anche alcoliche. E si possono anche mescolare ad altri frutti di bosco nelle marmellate, oppure conservare sottaceto con altre verdure, per un’insolita giardiniera.
Finisce qui il nostro breve viaggio tra i frutti spontanei del nostro Trentino. Vi invitiamo a riconoscerli mentre passeggiate tra le nostre valli, ricordando che noi agricoltori trentini siamo sempre ben felici di allietare il vostro soggiorno con la nostra agricoltura e la nostra cucina #buonacomelasuaterra.
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Foto copertina:
Fototeca Trentino Sviluppo Spa – foto di Diego Molinares