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IMPLORAZIONE dei monti, voci del regno alto e santo,
dolor selvaggio dei vènti combattuti, profondo pianto
delle sorgenti pure,
quando l’ombra discesa da un più alto regno benda
la rupe e il ghiacciaio albeggia solo come un cammino che attenda
grandi orme venture!
Il Trentino vanta una ricca tradizione artistica, con pittori che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte italiana e internazionale. Tra i nomi più illustri emergono Tullio Garbari, Fortunato Depero e, naturalmente, Giovanni Segantini, artista rinomatissimo a cui noi contadini dolomitici siamo molto legati. Segantini rappresenta infatti una figura di spicco non solo per la sua tecnica innovativa, ma anche per il suo profondo legame con la natura, la montagna e la vita rurale, quindi il mondo attorno al quale ruota tutta la nostra vita e la nostra agricoltura #buonacomelasuaterra. Ma basterebbe anche uno sguardo fugace alle opere più note, per capire al volo come possa intercorrere tra noi e Segantini un particolare legame emotivo e spirituale!
Giovanni Segantini: un grande della storia dell’arte italiana
Considerato uno dei maggiori esponenti del divisionismo, Segantini ha saputo coniugare il realismo della pittura ottocentesca con una sensibilità simbolista, trasformando i suoi paesaggi alpini in visioni eteree e luminose. Il suo contributo all’arte europea lo colloca tra i grandi del suo tempo, accanto a pittori come Pellizza da Volpedo e Gaetano Previati, con i quali condivise l’interesse per la scomposizione della luce e del colore.
Nato ad Arco nel 1858, Segantini visse un’infanzia difficile, segnata dalla perdita dei genitori e da condizioni economiche precarie. Dopo un periodo a Milano, dove si formò presso l’Accademia di Brera, si trasferì nelle Alpi, un ambiente che divenne fonte inesauribile di ispirazione per le sue opere. Tra i suoi capolavori spiccano Ave Maria a trasbordo (1886), Le due madri (1889) e il monumentale Trittico della Natura (1896-1899), espressione suprema della sua poetica divisionista. Il suo stile si caratterizza per una straordinaria resa luministica, ottenuta tramite la tecnica del colore puro applicato in piccole pennellate accostate. La sua ricerca pittorica lo portò a esplorare temi legati alla vita rurale, alla spiritualità e alla fusione tra uomo e natura, fino alla sua prematura scomparsa nel 1899, mentre lavorava all’Esposizione Universale di Parigi.
Arco custode dell’eredità culturale di Giovanni Segantini
Arco, città natale di Segantini, ha reso omaggio a questo grande artista con la Galleria Civica G. Segantini, un museo dedicato alla sua figura e alla sua arte. Situata all’interno dello storico Palazzo Panni, la galleria ospita una ricca collezione composta da numerose opere dell’artista, documenti e fotografie, ed offre ai visitatori un viaggio immersivo nella vita e nella produzione del maestro. Il prossimo 12 aprile inaugurerà la mostra L’armonia del colore, un’esposizione che esplora il rapporto tra luce, colore e natura nella pittura di Segantini e dei suoi contemporanei. Attraverso una selezione di opere e studi preparatori, l’esposizione metterà in luce la straordinaria capacità del pittore di catturare l’essenza del paesaggio alpino, sottolineando il valore innovativo del suo approccio cromatico. Questa mostra rappresenta un’occasione imperdibile per riscoprire uno dei più grandi artisti trentini e il suo contributo alla pittura europea di fine Ottocento.