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Mi sveglio e dò l’opportunità alla giornata che mi sta dinanzi di essere la più bella della mia vita
Il profumo è il senso della memoria. Tra tutti i sistemi sensoriali che possediamo, l’olfatto è quello più connesso a livello neurologico con le nostre emozioni. Un profumo è in grado, quindi, di cambiare il nostro umore e di rievocare esperienze vissute in momenti e luoghi anche molto lontani che pensavamo di aver dimenticato. L’olfatto è il senso con cui conosciamo il mondo, il nostro primo contatto, il profumo della pelle di nostra madre.
Il sistema olfattivo nel nostro cervello è anatomicamente vicino all’amigdala e all’ippocampo, rispettivamente il sistema nucleare delle emozioni e della memoria, oltre che al sistema limbico, la porzione di cervello che regola gli affetti.
La memoria olfattiva è istintiva, non riusciamo a controllarla volontariamente come possiamo fare con gli altri sensi. Si attiva indipendentemente dagli stati della nostra coscienza, anche in stato di coma, quindi di incoscienza profonda. Non possiamo non respirare e quindi non possiamo esimerci dal sentire ogni genere di odori. L’olfatto, legato agli organi deputati alla memoria, porta con sé tutto il mondo esperienziale e il contesto, molto vivido, che li ha generati. L’olfatto-terapia, non a caso, viene sempre più utilizzata per il recupero della memoria. Non solo, i ricordi olfattivi hanno la caratteristica di non modificarsi nel tempo, una volta che hanno preso posto nel nostro cervello resteranno intatti per sempre.
Un tuffo al cuore
In qualsiasi momento della giornata, qualsiasi cosa stiamo facendo, un odore all’improvviso può colpirci dritto al cuore e farci fare un tuffo in un altro tempo e in un altro spazio con tutte le emozioni che quella situazione ci rievoca. Episodi come questi hanno un nome: “sindrome proustiana”. Nel primo libro de “La ricerca del tempo perduto”, Proust viene assalito da un’emozione violenta di nostalgia dell’infanzia non appena riassapora una madeleine inzuppata nel thè. Ma quella madeleine e quel thè insieme non avrebbero rifatto vivere a Marcel la dolcezza di quando da bambino zia Léonie la domenica mattina al risveglio glieli offriva, se non per merito del senso dell’olfatto. Il gusto ci permette di riconoscere il dolce dal salato, l’acido dall’amaro, ma è l’aroma che percepiamo attraverso il nasofaringe che connota quel particolare dolce o salato o amaro, che connota la sua specificità e quindi accende i ricordi.
Il profumo del risveglio
Il risveglio è una rinascita. Può essere un momento difficile, lo sappiamo bene, quando siamo assonnati, quando il suono di una sveglia ci porta repentinamente da uno stato di torpore a uno di veglia in maniera brusca e spesso frenetica. Ciò che non accade quando abbiamo tempo, in vacanza ad esempio, quando i ritmi della giornata li dettiamo noi. Non è un caso che durante la settimana i nostri bambini fatichino ad uscire dal letto e nei giorni di festa ci obblighino spesso a svegliarci appena dopo l’alba. Perché? Perché hanno voglia della giornata che hanno davanti, perché la libertà ha un profumo inconfondibile.
Un profumo può rendere meraviglioso ogni risveglio, anche quello più difficile. Non solo, riesce a stamparsi nella memoria dei nostri figli e farci ricordare per sempre. Può essere il profumo dei fiori, del mare, di pino, di cannella della nostra ultima vacanza. Può essere il profumo del caffellatte, di uno strudel, di una brioche, a volte semplicemente il profumo di una carezza.
Pensateci. Possiamo ricorrere alla natura o a una madeleine o a uno strudel scaldato in un forno che sappia riaccendere con il calore tutti i suoi aromi, proprio come piace a noi. Le possibilità sono infinite, vale la pena coglierne almeno una!