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Gli alberi ti aiutano a vedere porzioni di cielo tra i rami, e a puntare a cose che non potrai mai raggiungere. Gli alberi ti aiutano a vedere succedere la crescita, a guardare spuntare la fioritura e poi l’aridità, a vedere l’ombra seguire il passo del sole, gli uccelli strappare gli involontari semi.
E se seguissimo le fioriture come fossero un calendario? Se le lancette dell’orologio fossero fatte di pistilli odorosi? O ancora se affidassimo ai petali e alle corolle lo scandire dei ritmi della nostra vita? Cosa succederebbe? Come potremmo orientarci e misurare il tempo che scorre?
I primi segnali: dai bucaneve ai crocus
Nel corso delle scorse settimane, quando il freddo era ancora pungente, quando sentivamo nascere sotto la pelle il dolce desiderio di un caldo primaverile, la natura ci ha offerto un chiaro segnale: i bucaneve! Sono stati loro i primi fiori ad uscire dall’inverno. Candidi e dedicati, i bucaneve sono soliti sbucare dai manti nevosi con grazia e bellezza. Il loro nome scientifico è Galanthus Nivalis: gala in greco vuol dire latte (perché il bucaneve è bianco come il latte), anthos vuol dire semplicemente fiore e poi nivalis, chiaro riferimento alla fioritura precoce, che spesso avviene proprio in mezzo alla neve.
Superata la fioritura dei bucaneve, il nostro calendario di fiori ha continuato a parlarci chiaramente tanto da farci dimenticare il termometro. In montagna e lungo i sentieri sono arrivate le primule, i crocus e le violette. Con i loro colori, ci dicevano che l’equinozio di primavera si era finalmenteavvicinato. tra giornate più lunghe e temperature in salita. Nel corso delle nostre passeggiate, le primule, i crocus e le violette, sono state delle brave vedette. In attesa di mettere via il cappotto pesante, ci dicevano precise come degli orologi: attenti alle gemme dei rami, arriveranno presto!
La grande bellezza degli alberi da frutto: susini, ciliegi, meli
Dalle gemme sui rami ai fiori, il passo è stato breve. A marzo tra i primissimi alberi a fiorire, tra fine inverno e primavera, ci hanno stupito il mandorlo e l’albicocco. I loro fiori bianchi e rosati sono sempre gli araldi della fioritura! Il pesco è sbocciato subito dopo rafforzando quel rosa che il mandorlo aveva appena accennato. E insieme al pesco, il susino.
Petalo dopo petalo, sfogliando le fioriture come pagine di una agenda, eccoci arrivati ad oggi con la natura che si accinge a raggiungere il suo apice: le valli – e in particolare le valli del Trentino – si apprestano infatti ad esplodere di bellezza, in un grande spettacolo meraviglioso: la fioritura dei ciliegi e, successivamente, dei meli.
Questi super-eroi della fioritura ci stanno trasmettendo un limpido messaggio: marzo è passato, la primavera è nel vivo e aprile guarda già a maggio. Ed è proprio in questa fase che il Trentino in fiore riluce e profuma di grande magnificenza, in ogni angolo.
Il concetto di hanami: una tradizione giapponese da rivivere in Trentino
Delle altre culture noi amiamo prima di tutto… le parole intraducibili in italiano! Le parole sono importanti e ci aiutano a pensare meglio. Assimilare parole che il nostro vocabolario fatica a concettualizzare è importantissimo. E in cima alla lista, secondo noi che con la natura abbiamo a che fare tutti i giorni, c’è sicuramente il vocabolo giapponese hanami. Il termine si riferisce ad una splendida tradizione: la contemplazione della fioritura primaverile, con una predilezione particolare per una varietà di ciliegio chiamato sakura. Il nostro invito è fare vostro il concetto di hanami e di viverlo in Italia e in Trentino, assecondando il passare dei mesi con la delicatezza dei fiori. Dalle distese di primule lungo i sentieri ai generosi meli, dagli incantevoli ciliegi fino alle orchidee selvatiche, tutto scorre palesando il calendario naturale del Trentino. Continuate a seguirci, nei prossimi mesi vi racconteremo le fioriture più tardive che sarà possibile incontrare nelle nostre montagne, come ad esempio i ciclamini di fine estate.