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Tagliando una mela tutti sono capaci di contare i semi al suo interno, ma quanti sanno contare gli alberi e le mele guardando un solo seme?
Domanda secca: che età può raggiungere un albero? Beh, non è certo facile rispondere! Ogni specie arborea ha un potenziale genetico particolare ascritto nel suo DNA e da ogni singolo seme può partire una storia, a volte breve, a volte anche millenaria! Già, in ogni seme risiede una vita capace di scrivere un racconto prezioso nel grande libro della natura; storie differenti, a volte maestose, a volte più discrete, ma sempre straordinarie.
Alberi monumentali millenari
Il potenziale genetico di ogni seme deve fare i conti con i mille snodi del destino; la storia meteorologica, geologica, pedoclimatica e così via fino alla storia dell’uomo che inevitabilmente influenza la vita delle piante. Gli alberi più anziani, ma forse dovremmo usare l’aggettivo “antichi”, vantano un’età millenaria. Sì, esatto, millenaria! Una vita così lunga che per poter essere misurata necessita di complessi sistemi di analisi.
La mappa degli alberi millenari vanta numerosi testimoni in tutto il mondo: ad esempio in Svezia con un abete rosso di 9.550 anni; in California con un pino di circa 5 mila anni, soprannominato “Matusalemme”; in Iran con un cipresso che ha superato i 4 mila anni; in Cile con 3.600 candeline… per arrivare all’Italia con un maestoso ulivo selvatico a Luras, in Sardegna (provincia di Olbia-Tempio), chiamato S’Ozzastru. Il campione italiano ha una età stimata tra i 3.000 e i 4.000 anni (in pratica è nato al tempo degli egizi) e vanta una circonferenza di 20 metri e un’altezza di circa 14. Stiamo parlando di uno degli alberi più antichi d’Europa.
Cosa sono gli AMI, Alberi Monumentali Italiani
Gli alberi monumentali in Italia sono censiti e protetti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Insieme ad altri alberi di particolare importanza per dimensioni o peculiarità storico-culturali, compongono l’albo degli AMI (Alberi Monumentali Italiani) e godono a loro tutela di una particolare legislazione. Il numero complessivo di alberi iscritti nell’albo supera i 3.000 esemplari.
Alberi Monumentali Italiani in Trentino
Anche il nostro Trentino concorre alla valorizzazione di questo straordinario patrimonio nazionale. Come è noto, il Trentino è ricoperto da boschi per ben il 63% del territorio. Gli alberi più diffusi sono l’abete rosso (32%), il faggio (14%), il larice (13 %) e l’abete bianco (11%). Gli alberi monumentali del Trentino sono circa un’ottantina, anche se alcune tempeste – come la famigerata Vaia – ne hanno compromesso la ricchezza e la numerosità. Tra i protagonisti non possiamo non citare gli ulivi storici di Arco e di Nago (circa 900 anni di età) e il famosissimo abete bianco di malga Laghetto a Lavarone, purtroppo abbattuto da una furiosa tempesta nel 2017: meglio conosciuto come l’Avez del Prinzep, superava i 50 metri di altezza, in pratica uno degli alberi più alti d’Italia di tutti i tempi. Il re degli alberi trentini è comunque un enorme cirmolo del Lagorai, soprannominato il Re Leone. L’età stimata è pari a 700-800 anni; con un’altezza pari a 20 metri e a un diametro di 5 metri e mezzo, rappresenta una vera attrazione naturale capace di togliere il fiato. Ma la sua particolarità non è legata solo alla longevità o alle dimensioni. Stiamo parlando infatti di un albero molto particolare, il cirmolo (o pino cembro), dal legno pregiatissimo, profumato e resinoso.
Il Trentino racchiude migliaia di tesori naturalistici, tutti da scoprire. Se sei interessato ad una panoramica sui patrimoni dell’umanità UNESCO del Trentino, ti segnaliamo questi articoli del nostro blog:
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