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Si può essere felici anche mangiando un cibo molto semplice, bevendo acqua pura e avendo come cuscino unicamente il proprio braccio ripiegato.
Il Primiero è una delle quindici comunità di valle del Trentino istituite nel 2006. Insieme alla Comun General de Fascia (ovvero la val di Fassa) è la più orientale della provincia ed è a stretto contatto con il territorio bellunese, dal quale riceve molte influenze dialettali. Situato ai piedi delle Dolomiti e attraversato dal torrente Cismon, il Primiero è racchiuso da tutte le direzioni da imponenti gruppi montuosi: a nord-est le Pale di San Martino, a nord-ovest il Lagorai e a sud le vette feltrine. Oggi è una nota meta turistica ed è erede di una forte tradizione agro-montana tra allevamento e agricoltura: campi di granoturco e orti nel fondovalle, prati per la fienagione e patate a mezza montagna e pascoli alpestri in alta quota. A tutto ciò, da aggiungersi una spiccata vocazione per le produzioni casearie e il bosco, importante per il legname sia da opera che da legna.
Il Primiero: luoghi incantevoli e piatti prelibati
Luogo ideale per escursioni o semplici camminate, la Valle del Primiero è un territorio bellissimo, ricco di storia, di bellezze naturali e anche di molte delizie gastronomiche. La tavola del Primiero abbonda infatti di piatti tradizionali. Tra i più rinomati c’è la Tosèla, un formaggio fatto con il latte appena munto che viene servita rosolata nel burro. Poi ci sono gli gnocchi conditi con “poina fumada”, cioè con una ricotta vaccina leggermente affumicata. Da non perdere la selvaggina in salmì, o insaccata, rigorosamente accompagnata da confetture casalinghe di mirtillo nero, di ribes o del raffinato mirtillo rosso. E poi ci sono gli immancabili dolci: dallo strudel alla torta di noci e miele, dalla crostata di ricotta allo… smorum de pomi. Ne avete mai sentito parlare? È tipico del Primiero ed è un perfetto integratore di energia dopo una bella camminata, ma è indicatissimo anche per una ricca colazione o per la merenda dei bambini. Fa parte della cucina del riuso, dell’anti-spreco, che tanto caratterizza le ricette della tradizione contadina. Una volta infatti non si buttava via niente e ci si ingegnava per riutilizzare gli avanzi, componendo piatti nutrienti, a basso costo e pure molto gustosi.
Un dolce tanto semplice quanto squisito
Lo smorum de pomi ne è un classico esempio. È simile al kaiserschmarren, che è uno dolci più rinomati della tradizione austriaca (andate a rileggere qui la nostra ricetta Kaiserschmarren con mele – myTrentina ). La parola “schmarren” significa appunto frittata ed è proprio dalla parola tedesca che deriva il termine locale “smorum”. Il dolce venne introdotto nel Primiero in epoca medievale dai minatori tirolesi, quando a Fiera erano attive le miniere di rame, argento e ferro. In pratica è una specie di frittata strapazzata, cucinata con zucchero, latte, farina e scorza di limone. Solo successivamente furono introdotte le mele come ingrediente fresco. Componente essenziale del piatto è la confettura, che non deve essere dolcissima, ma un po’ asprigna come quella di ribes oppure di mirtillo rosso. Ed è proprio questa infatti che vi consigliamo nella ricetta che troverete sulla nostra piattaforma… Vi abbiamo incuriosito abbastanza? Beh, allacciate i grembiuli e correte in cucina: vi basteranno pochi minuti perché il profumo dello smorum de pomi pervada la casa! Vi aspettiamo qui: myTrentina – Un mondo di esperienze