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Vorrei fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi.
L’origine di questo bellissimo albero, e del suo squisito frutto, va ricercata nelle regioni dell’Asia Minore e della Persia. Il ciliegio si diffuse in Egitto sin dal VII secolo a.C. e successivamente in Grecia, come cita il filosofo e botanico Teofrasto, vissuto nel III sec. a.C. Il nome ciliegia deriva dal greco Kérasos, città della Cappadocia (Cerasunte) dalla quale Lucio Licino Lucullo importò a Roma quelle che lui definì le “ciliegie migliori”. La prima testimonianza di coltivazione in Italia risale al II secolo a.C. quando Varrone, letterato e agronomo, ne illustrò dettagliatamente l’innesto. Più tardi, Plinio il Vecchio ne descrisse dieci varietà nella sua Naturalis Historia.
Presenti nelle ricche mense rinascimentali, è a partire dal ‘500 che abbiamo notizie diffuse e precise della coltivazione del ciliegio in Europa. Rimangono famose le ciliegie che nel ‘600 provenivano dai frutteti di Versailles, dove ampie serre erano adibite alla coltivazione di frutta per la tavola e agli studi botanici.
Tanti significati legati alla ciliegia...
Nella mitologia dell’antica Grecia la ciliegia è la pianta sacra a Venere, in quanto i suoi frutti portano fortuna alle persone innamorate. Passando all’estremo oriente il sakura, ovvero il fiore di ciliegio, è il simbolo del Giappone. Per la sua delicatezza e breve fioritura, indica fragilità, rinascita e bellezza dell’esistenza. Si narra che all’inizio i fiori fossero bianchi e che divennero rosa a causa del sangue dei valorosi guerrieri caduti in battaglia e sepolti proprio sotto agli alberi di ciliegio. Si racconta anche che il suicidio rituale dei samurai avvenisse sotto questi alberi. Passando alla Finlandia, quando la terra di qualcuno si colora del rosso delle ciliegie cadute degli alberi viene letto come segno di un peccato d’amore. Secondo le antiche leggende sassoni, invece, nel cavo degli alberi di ciliegio si nascondono le divinità che proteggono i campi. In Italia, ed esattamente in Sicilia, si dice che tutte le dichiarazioni d’amore che vengono fatte sotto un ciliegio, siano destinate a durare per sempre. L’esegesi biblica infine assimila le ciliegie al rosso intenso del sangue del Redentore e la loro dolcezza al buon carattere derivato dalle opere buone. Nell’iconografia cristiana spesso la ciliegia rappresenta il frutto del Paradiso.
…e anche superstizioni
Diverse sono le superstizioni collegate alla ciliegia. Contando i noccioli rimasti nel piatto alla fine di un pasto, le ragazze possono prevedere quando si sposeranno, recitando in sequenza: “quest’anno, l’anno prossimo, un giorno, mai”. L’ultimo nocciolo contato è quello che dà la risposta. Un’altra credenza dice che per avere del buon vino bisogna piantare un ciliegio in mezzo al vigneto. Ma la più bella e diffusa consiglia di esprimere tre desideri, la prima volta dell’anno che si mangiano ciliegie.
Facciamone la conoscenza di questo delizioso frutto
Di questa pianta esistono due specie: il prunus avium, o ciliegio dolce, e il prunus cerasus, o ciliegio acido. La prima è quella delle classiche ciliegie. La seconda è la specie selvatica da cui discendono le varietà da frutto conosciute come amarene, marasche o visciole. A livello europeo l’Italia rappresenta uno dei principali produttori di ciliegie con oltre 150 varietà, tutte derivate dal ciliegio dolce e suddivise in due grandi categorie: le tenerine e le duracine. Le principali varietà che coltiviamo qui in Trentino appartengono ad entrambe queste macro-categorie. La grande e succulenta Regina è una tenerina, mentre la croccante e dolce Kordia è una duracina.
Rimanete sintonizzati con il nostro blog, troverete altri articoli su questo meraviglioso frutto. Mentre nella nostra piattaforma myTrentina.it potrete scoprire come utilizzarlo per preparare sfiziose ricette, sia dolci che salate.